domenica 29 novembre 2009

Sleep On.


Credo che basti poco per trasformare un'immagine banale in qualcosa di interessante (ahimè poco interessante, nel caso dei miei lavori).




Giuro che è l'ultimo lavoro che posto per oggi. L'urgenza di mettere qualche lavoro per non lasciare il blog vuoto mi sembra passata. Credo che la prossima immagine sarà qualcosa a cui ancora non ho messo mano.

La frikkettona.

Illustrator è un programma che a saperlo usare (peccato che non sia il mio caso) ci si realizzano cose carine. I pennelli di Illustrator possono simulare qualsiasi cosa.
Se poi si trascinano i tracciati su un file di Photoshop e li si inseriscono come oggetto vettoriale avanzato e ci si aggiunge una scansione di un foglio di carta, si può simulare perfino un acquarello...



Giuro che un amico che fa il fumettista pensava che questo lavoro fosse fatto a mano.

Iron Lion Zion.

Adoro il reggae.



Locandina realizzata con Illustrator, ispirata all'arte etiopica.

La Statua.

Uno dei miei racconti preferiti di Prosper Mérimée (anche perchè è l'unico suo racconto che abbia mai letto) si intitola "La Venere d'Ille". La storia racconta di una statua di Venere al cui dito viene distrattamente messo un anello di fidanzamento...

Chiariamo le cose, questo racconto ha poco a vedere con quest'immagine, che voleva simulare l'illustrazione per la copertina di qualche vecchio libro. Ve ne ho parlato solo perchè non sapevo che cosa scrivere.


L'Antennista.


Un lavoro un tantino più grafico. Si tratta di un'esercitazione fatta con uno dei miei insegnanti al corso di Pubblicità e Marketing, Tonino Risuleo. E'la locandina per un cortometraggio thriller.


La passion de Jeanne d'Arc

Nel 1928 il regista danese Carl Theodor Dreyer girò un film in Francia su Giovanna D'Arco, o meglio sul suo processo e sulla sua condanna a morte, basandosi sui veri atti processuali.
Il film, La Passion de Jeanne d'Arc, è praticamente una serie quasi ininterrotta di primi piani sul volto dell'attrice protagonista Marie Falconetti, che per girare questo film accettò di farsi radere i capelli e di farsi fare un vero salasso, e che si immedesimò talmente nel ruolo della Pulzella, tormentata dai suoi accusatori e dai suoi giudici, da beccarsi anche un mezzo esaurimento nervoso.

Quando mi sono posto la sfida di produrre una finta locandina per questo film ho avuto subito chiaro che ci sarebbe voluto un primo piano della protagonista. L'immagine riprende un fotogramma alla fine del film, quando Giovanna D'Arco è ormai già sul rogo. Non me la sono sentita di partire da uno dei momenti dell'interrogatorio, perchè ero (e sono) convinto di non essere in grado di riprodurre la tensione ed il tormento (e neppure la speranza) che venivano fuori dall'interpretazione della Falconetti.




La tentazione di ricorrere, per questa finta locandina, ad un bianco e nero che riprendesse il bianco e nero del film è stata forte. Alla fine ho deciso di utilizzare dei toni di blu, con l'aggiunta di pochi altri colori.


sabato 28 novembre 2009

Né l'amore né l'arte.

Solo qualche nota tecnica. Ho ricalcato quest'immagine con Illustrator da una foto trovata su internet, e poi l'ho ritoccata con Photoshop.
Non mi pongo neppure il problema dell'originalità dell'opera. L'immagine originale era foto porno-soft trovata cercando su Google (apposta per ricalcarla :P ) "naked girl" o "nude girl" e disattivando il safety search.
Io ci ho messo il mio, trasformando un'immagine erotica in qualcos'altro.
Quando l'ho realizzata ero piuttosto triste, ma "perchè non saranno nè l'amore nè l'arte a salvarmi" voleva essere un messaggio positivo.


Cominciamo...

Prima immagine pubblicata.
Interamente realizzata con Illustrator e Photoshop, dopo qualche schizzo preliminare su carta.
Spero vi piaccia.

L'immagine è per una serata è esplicitamente vintage. Vinili, nessuno al microfono, niente delay o riverberi dub.

La fonte di ispirazione primaria è stata un'illustrazione che era sulla copertina di non so quale disco della Island Records.

Ulteriore fonte di ispirazione inconscia potrebbero essere state le etichette del rhum dolce (quello per bagnare i babà). Ne esistono decine di marche, quasi tutte prodotte al sud in piccoli stabilimenti, e più o meno tutte hanno delle illustrazioni "creole" sulle etichette. Non so se davvero ho mai visto una donna con l'ombrellino ballare disegnata su una di queste etichette, ma poco importa, è come se l'avessi vista.

Ma -anche se forse non si vede- dentro c'è di tutto, non mi sono limitato ad ispirarmi alla Jamaica.
Locandine pubblicitarie degli anni cinquanta (la musica della serata è quasi tutta del decennio successivo) che pubblicizzano mete "esotiche", i quadri appesi alle pareti della casa dei Robinson e dello zio Phil di Willie il principe di Bel Air, i barattoli di latta del caffè Paulista, los Tres Caballeros...

La donna nell'illustrazione è nera, col culone, e ha dei labbroni enormi, ma credo che il realizzare una specie di esercizio di stile abbia stemperanto gli stereotipi con una dose di ironia.

Cos' altro? Ah, il Layout... Ahiaihaiahiai!
Sì, avrei potuto fare di più. Me ne pento amaramente. Tutto sbagliato. I nomi dei DJ sono poco leggibili, la data ed il luogo dell'evento sono disposti una chiavica, per non parlare del logo del locale, che balla per i fatti suoi, solo soletto, lì in basso.
Faccio cattolicamente ammenda, giuro che con la prossima locandina mi redimo.

"Uno - due, uno - due, prova, prova"...

Dopo tanto tempo sono tornato al blog. Esattamente come la prima volta, fallita miseramente causa pigrizia, scrivere il primo post mi ha messo in imbarazzo.
Per fortuna che questa volta non ho intenzione di scocciare nessuno con i fatti miei.
Questa volta si tratta di lavoro. Da troppo tempo stavo rimandando la costruzione di un sito web per i mie lavori, con la scusa banale di non conoscere l'HTML e di non saper usare né Dreamweaver né Flash.
Alla fine erano solo pretesti. Un blog (gratis) anche senza dominio personalizzato può servire benissimo allo scopo. Anzi, mi permette di pubblicare le cose man mano che le faccio...

Il nome per il blog mi è venuto per caso, mentre riflettevo su nomi altisonanti.
Ed invece è venuto fuori Illustrascarpe.
Il Lustra Scarpe. Illustra Scarpe. Da l'idea di essere una cosa umile.
Ha vinto la sincerità, dato che io DAVVERO non so disegnare a mano libera. O meglio, non ho studiato anatomia, e durante le ore di ornato e figura (ormai secoli fa) non facevo altro che dormire.
Ma so schizzare le mie idee su un foglio, o almeno ci provo. E so usare Illustrator e Photoshop.
E gli amici dicono che dovrei fare l'illustratore. Vallo a spiegare alle agenzie che vuoi illustrare, ma che non sai disegnare...

Mah. Art director, grafico, illustratore. Non saprei.
Per ora mi limito a fare il lustra scarpe.